Se solo potessi ricordare
quella volta che era tutto un gioco…
persino l’incrocio dei nostri sguardi distratti
ad un’edicola del centro-città
nel caldo di luglio che rende orfana la terra
nelle mattine in cui i giovani scelgono il mare
e i vecchi la montagna, sola come me ora
eppure ricca di fascino come te fra cent’anni.
Oggi ho deciso
che scatterò foto alle foglie d’autunno
più che ad esse al loro inesorabile cadere
non alle strade che si fanno tappeto,
neppure al fragore del vento d’ottobre
che ho smesso di inseguire negli scatti inutili
e che ritrovo una volta di più tutto l’anno
persino in agosto
nei cuori pronti ad esplodere di due giovani coraggiosi d’amare,
inebriati d’amore
che non siamo più noi
che non hanno timore di spogliarsi d’ogni mancanza,
di dirsi inadatti in partenza,
di consegnarsi al destino del mondo
costruendo la loro casa sul porto
con il tramonto in lontananza che canta una serenata
in sintonia con quei baci infiniti nel cuore d’entrambi.
O forse sarà solo un progetto malsano
è roba per chi sa amare, far foto al tempo che scorre
e resto immobile al tavolo del bar di Leòn
coccolato dalla miglior limonata di Galizia.
Potrebbe essere estate eppure attorno è la neve
e cadono ancora le foglie ingiallite
e le primule d’un tratto s’aprono al cielo
che mastica i miei pensieri sciatti di futuro
restituendo alla terra fragili semi di eterno ritorno.